Dal 1 gennaio 2025 partirà in forma sperimentale la PRESTAZIONE UNIVERSALE mirata allo specifico bisogno assistenziale delle persone non autosufficienti. La prestazione è erogata dall’Inps. Si tratta di un “assegno di assistenza”, pari ad euro 850 mensili che si aggiunge all’indennità di accompagnamento. Una commissione tecnico-scientifica, già insediata dovrà individuare gli indicatori per la definizione dei criteri di classificazione dello stato di bisogno assistenziale gravissimo.
I beneficiari della prestazione universale sono:
L’assegno di assistenza serve per remunerare il lavoro di cura e assistenza svolto da lavoratori/trici domestici o per acquistare servizi destinati al lavoro di cura e assistenza, forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale.
La prestazione universale è erogabile sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona, è esente da imposizione fiscale e non soggetta a pignoramento. È composta: dall’indennità di accompagnamento; da una quota integrativa, definita “assegno di assistenza”, pari ad euro 850 mensili. Quindi l’assegno della prestazione universale ammonterà a 1.381,76 euro (531,76 euro per l’indennità di accompagnamento e 850 euro per l’assegno di assistenza).
La prestazione universale, quando fruita, assorbe l’indennità di accompagnamento ed eventuali ulteriori prestazioni socioassistenziali come ad esempio l’assegno di cura. Nel caso di mancato utilizzo, totale o parziale, dell’assegno di assistenza (850 euro) per la remunerazione o per gli acquisti di servizi, l’INPS procede alla revoca fermo restando il diritto all’indennità di accompagnamento.
L’assegno di assistenza non è riconosciuto nel caso in cui la persona beneficiaria risieda in strutture a totale carico pubblico.
L’assegno di assistenza è riconosciuto nel limite di 250 milioni di euro per ciascun anno 2025 e 2026 a valere sui fondi strutturali europei 2021-2027.
A seguire le slides esplicative.