Secondo uno studio pubblicato dal Sindacato europeo, nell'ultimo anno, tenuto conto dell'inflazione, i salari reali dei lavoratori europei sono diminuiti dello 0,7%. Nel corso del 2023, l'Italia è tra i Paesi europei con la maggior diminuzione dei salari reali, -2,6%, mentre la Francia si attesta a - 0,6% e la Germania a -0.9%: in percentuale, una diminuzione di oltre quattro volte in più rispetto a quella subita dai lavoratori francesi e di quasi tre volte in più rispetto a quella dei lavoratori tedeschi. Solo Repubblica Ceca e Ungheria registrano percentuali peggiori.
I lavoratori italiani, dunque, non riescono ancora a recuperare la perdita di potere di acquisto causata dall'ondata inflazionistica, mentre i profitti di aziende e multinazionali sono cresciuti. Inoltre, non bisogna dimenticare che la scellerata riforma del Patto di stabilità, sottoscritta dal Governo in Europa, probabilmente metterà a rischio il rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale, alleggerendo ulteriormente le buste paga. Continuiamo a sostenere la necessità assoluta di una riforma fiscale equa che sposti la tassazione dal lavoro ai profitti, e intervenga a sostegno delle fasce più deboli della popolazione e dei lavoratori che non riescono più ad arrivare alla fine del mese.