Dieci punti da cui partire per raggiungere la parità tra uomini e donne, nel lavoro e nella società in senso più esteso. Ha scelto il formato del decalogo, il Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di Genere della Uil nazionale, per varare il Manifesto "Libere, Rispettate e Realizzate, per una vera parità", mettendo insieme singole misure - come la richiesta di istituire il congedo mestruale - con proposte più ampie, che richiedono una serie di interventi e correttivi, nella consapevolezza che, per affrontare in modo radicale e risolutivo la condizione di discriminazione e disuguaglianza delle donne nel nostro Paese, è necessario un approccio strutturato e organico. Le misure spot non servono. "Uno dei punti centrali, per noi, è colmare il divario di genere nel mondo del lavoro". È quanto hanno dichiarato Ivana Veronese, Segretaria confederale Uil con delega anche alle Pari Opportunità, e Sonia Ostrica, Coordinatrice nazionale Uil delle Pari Opportunità e delle Politiche di Genere.
"Ciò significa, in primo luogo, combattere la precarietà, che colpisce le donne in maniera sproporzionata, con incentivi per l'assunzione delle lavoratrici a tempo indeterminato. È necessario, inoltre, rendere la genitorialità un'esperienza realmente compatibile con il lavoro, potenziando i servizi di cura per i figli e il tempo pieno in tutte le scuole e adeguando i tempi del lavoro con quelli scolastici. Non basta: misure virtuose, come quella che riguarda l'obbligo, previsto nel codice degli appalti pubblici, di rispettare una quota di almeno il 30% di donne e giovani nelle nuove assunzioni, devono essere monitorate e realmente applicate e non, come sta accadendo, derogate o posticipate. Bisogna, poi, creare le condizioni perché le donne non restino sistematicamente escluse dalle opportunità occupazionali, anche favorendo un loro orientamento verso le discipline STEM". "In questo quadro - hanno proseguito le due sindacaliste - sono fondamentali e persino propedeutici due punti: la lotta agli stereotipi di genere e l'adozione del bilancio di genere, inteso come la presa in carico di questa prospettiva in tutte le fasi di progettazione, attuazione e valutazione delle politiche pubbliche". "Le altre voci del decalogo - hanno continuato Veronese e Ostrica - riguardano poi il divario retributivo e pensionistico, la parità di genere a livello decisionale e politico, le misure fiscali, il sostegno alla genitorialità condivisa, la medicina di genere, la lotta alla violenza maschile sulle donne". "Non esistono politiche che possano essere considerate neutrali dal punto di vista del genere: ignorare le differenze, che spesso si traducono in disuguaglianze, significa perpetuare e aggravare queste ultime. Le donne meritano che ci si occupi di loro tutto l'anno e che si producano risultati concreti, che migliorino le loro vite. Per farlo - hanno concluso Veronese e Ostrica - occorre il coraggio di rimettere tutto in discussione. Altrimenti, continueremo a mettere tappi a una barca tutta bucherellata, perché il legno con cui è stata fatta è tutto marcio: non è difficile immaginare quale fine farà".
Roma, 7 marzo 2024