"La ricorrenza dell’8 marzo, Giornata internazionale per i diritti delle donne, è, per la nostra Organizzazione, molto più di una giornata da celebrare, con il carico prezioso di riflessioni che si porta dietro. È l’occasione per ribadire l’impegno della Uil per il raggiungimento delle pari opportunità, per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione di genere e per la valorizzazione delle competenze e dei talenti delle donne. Un’occasione, appunto, certamente non l’unica. I restanti 364 giorni dell’anno non hanno la medesima visibilità ma possono contare sulla medesima determinazione: dentro i luoghi di lavoro, nella contrattazione a tutti i livelli, ai tavoli di discussione con le istituzioni nazionali, nei contesti di dialogo e proposta nello scenario internazionale. Ovunque ci sia la Uil, c’è l’attenzione alle donne, alle ingiustizie che subiscono, alle disparità di trattamento da eliminare. In questo Paese, del resto, le donne hanno ben poco da celebrare.
Qui da noi, la disoccupazione è donna: l’Italia è ultimo Paese nell’UE per tasso di occupazione femminile e il divario con quello maschile è di quasi 18 punti percentuali.
La precarietà è donna: solo il 18% delle assunzioni di donne sono a tempo indeterminato; per gli uomini la percentuale sale al 22,6%.
La povertà è donna: il differenziale salariale di genere è in media del 20 per cento, con punte del 40 per cento in alcuni settori. Non solo, le donne con un lavoro part-time (e, conseguentemente, uno stipendio part-time) sono il 64,4% del totale e anche il part-time involontario è prevalentemente femminile: il 15,6% degli occupati, rispetto al 5,1% degli uomini.
È donna anche la sottoqualificazione: nel 2023 le donne hanno superato gli uomini sia tra le persone diplomate (52,6%) sia tra le persone laureate (59,9%), eppure nel mondo del lavoro è donna solo il 21 per cento dei dirigenti e il 32 per cento dei quadri.
Ovviamente, infine, è donna la cura: tra i tanti dati che abbiamo a disposizione, è eloquente quello sulle giornate di congedo parentale utilizzate nell’ultimo anno rilevato, il 2023 – 14,4 milioni dalle donne, 2,1 milioni dagli uomini.
Da qui nasce il nostro manifesto per l’8 marzo di quest’anno: come condensare in una sola immagine tutto questo lavoro, tutta la nostra visione, tutto il nostro impegno?
Abbiamo scelto il concetto di libertà. Libere di essere, libere da vincoli.
Anche la libertà è donna, sostantivo femminile: ed è anche il nostro obiettivo, comune, come Organizzazione, uomini e donne insieme. La libertà, per le donne, di determinare la propria vita, in ogni ambito.
Vogliamo concludere con un ringraziamento particolare alle tante donne che con le loro competenze, le loro idee, la loro forza e la loro cura rendono grande la nostra Uil.
Buon 8 marzo di libertà."
Il Segretario Generale UIL PierPaolo Bombardieri
La Segretaria Confederale UIL Ivana Veronese